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The Sticky End of Sartor Preview it-IT


NB - il copione dei singoli giocatori non contiene il testo completo, ma solo le battute che spettano al giocatore in questione (corredate da relative battute d'entrata).

 

I primi sette discorsi:

1 Eremita: Buondì, figlioli, e salute a tutti voi. Come i più sanno già, io vivo una vita appartata dalle vostre, e lascio di rado la mia caverna. Quindi ho poca familiarità con il vostro paesino, o le vostre usanze. Nulla so di questo Sartor o di chi potrebbe averlo ucciso, e tanto meno immagino perché il Bardo mi abbia inclusa tra la lista dei sospettati. Si vede che invecchiando perde colpi. Eh, i Bardi non sono più quelli di una volta!
    Ma sto divagando. Finora, tutto ciò che ho appreso sul caso è che ieri mattina Sartor è andato a caccia – tornando, come molti testimoni confermano, in tempo per il pranzo. Il corpo venne trovato qualche ora prima del tramonto, e quindi deve essere stato ucciso durante il pomeriggio.
    Ebbene, se vogliamo scoprire qualcosa di più, suggerisco di cominciare con le presentazioni.

2 Capo: Ottima idea, madama Eremita. Mi pare giusto che cominci io, il capo-villaggio.
    Appena due giorni fa, Sartor si fidanzò ufficialmente con la mia bellissima figlia, Bea [indicarla]. La sera tenemmo una magnifica festa, e il vino e la birra scorrevano come il fiume in primavera. Sartor ed io svolgemmo tutte le consuete cerimonie: bevemmo entrambi dalla coppa sacra, poi ci scambiammo le armi, cantammo il canto di nozze, e ci stringemmo la mano. Che dire … era un bravo ragazzo, l’idea di averlo come genero mi piaceva molto.

3 Bea: Povero amor mio, strappatomi e perduto nel più crudele dei destini. Come sapete, io divenni la fidanzata ufficiale di Sartor alla festa, due sere fa. Lo conoscevo da poco più di due settimane, ma parevano due vite – e tali mi parranno sempre.
    La sua morte è così triste, il mio caro visse una vita così dura. Vedete, il suo primo matrimonio, decenni fa, fu un’esperienza tragica: sua moglie si barricò in casa, divenne ossessionata dal cielo notturno, dai pianeti, e dagli altri corpi celesti, e si barricò in casa, rifiutando di vedere chicchessia. Alla fine impazzì del tutto, e lui ne fu talmente tormentato che la dovette lasciare. Lei la prese malissimo, e Sartor se ne andò con le maledizioni di lei scagliate dalla finestra, che gli rimbombavano nelle orecchie.
    Brutta esperienza. In seguito divenne parecchio introverso, e trascorse molti anni in uno stato di amara tristezza. Ma quando incontrò me, tornò improvvisamente ad essere disteso, e riacquistò la felicità. Mi disse tutto questo con le lacrime agli occhi, e la voce che gli tremava per l’emozione. Fossimo restati assieme, avrebbe goduto di una pace nella mente e nello spirito che ora, temo, non conoscerà mai.

4 Ancella: Benvenuta in questo paese, veneranda Eremita, dove io sono solo di passaggio. Ero l’Ancella del povero Sartor, e presto tornerò nelle mie terre. Sartor mi scelse tempo fa, prima di intraprendere i suoi viaggi, ed io mi presi sempre somma cura di lui, come anche lui mi trattava con grande gentilezza. Lo conoscevo così bene, non credo che per me avesse un solo segreto!
    Sono infuriata oltre ogni dire da questo crimine esecrabile, ma mi pare che il movente non sia troppo difficile da scovare: la morte del mio padrone avrà come conseguenza una guerra tra la sua gente e questa tribù, e ci sarà molta richiesta di armamenti. Il Tagliapietra [indicarlo] ne trarrà grandi benefici, pensate solo alla produzione di asce e punte di freccia! Per non parlare del Mercante [indicarlo], che farà affari d’oro con bende e fasce. Guardateli tutti e due, gongolanti come un paio di orang-utang! Colpevolmente colpevoli di colpe colpevolissime!

5 Amazzone: Il tuo parlare è appestato di amarezza, carissima Ancella. Permettete, madre Eremita, che mi presenti. Io, come la vittima, sono un’inviata di un’altra tribù. Infatti rappresento il lontano regno delle amazzoni, e qui vengo chiamata semplicemente Amazzone.
    L’idea che possa essere io l’assassina è del tutto ridicola! Noi amazzoni uccidiamo, certo, ma solo sul campo di battaglia, o a caccia. E poi, in ogni caso, ho un alibi: ieri ho trascorso il pomeriggio in compagnia del vostro Tagliapietra, che mi insegnava le vostre tecniche di scalpellìo. Lui vi dirà che non avrei potuto uccidere Sartor, poiché siamo stati insieme dal pranzo al tramonto. E io, viceversa, posso testimoniare per lui. E quindi, mirabile Ancella, le tue striscianti accuse si sbriciolano come un pugno di sabbia nel vento del nord.

6 Tagliapietra: Salve a tutti, e benessere e prosperità! Io sono il Tagliapietra, e come dice Amazzone, io e lei abbiamo trascorso il pomeriggio nella mia cava di selce, finché non ci è giunta la notizia della morte di Sartor. E questo è quanto, per quel che riguarda le indegne insinuazioni della viscida Ancella.
    Mi sembra utile osservare che l’Erborista ci ha rimesso parecchio, con l’arrivo di Sartor. Perché, mentre lei era via – e nessuno sa dove, o perché – il suo campo di erbe venne requisito per costruire la dimora di Sartor, appena arrivato. Per quanto ne sappia, lei è l’unica persona del paese a cui la presenza di Sartor abbia nociuto, e quindi gli stalloni dei miei sospetti galoppano spediti verso di lei.

7 Guardiano: È naturale che tu abbia dei sospetti, mastro Tagliapietra. Perché, come io dico già da tempo, sei un individuo molto, ma mooolto, sospetto! Io, madama Eremita, sono il Guardiano del precinto sacro, che si trova al centro del paese.
    Svolgendo le mie funzioni, ho più volte notato il Tagliapietra che curiosava nei pressi del precinto. Immaginavo aspettasse l’occasione di compiere qualche misfatto, ma non saprei dire se volesse semplicemente rubare una pietra del tempio, o se covasse pensieri più tetri.
    Comunque, alibi o non alibi, non so se avete sentito che Sartor venne ucciso proprio davanti alla casa del Tagliapietra! Chissà se il Mercante, che trarrà profitti altrettanto cospicui dalla morte di Sartor, ha qualcosa da dire circa questa affascinante coincidenza?

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